mercoledì 7 marzo 2012

In Europa molti dubbi sulle nuove norme sulla privacy e sui nuovi termini di servizio di Google

Il 1° marzo, come annunciato e come già scritto in un mio post qualche settimana fa, sono entrate in vigore le nuove norme sulla privacy e i nuovi termini di servizio di Google, uniche per tutti, o quasi tutti, i suoi servizi e i suoi prodotti. Ma in Europa, da parte delle autorità che si occupano della protezione della privacy degli utenti, sono stati espressi molti dubbi sull'osservanza, da parte delle nuove norme e dei nuovi termini, delle direttive europee in materia di privacy. La Cnil, l'autorità francese per la protezione dei dati personali è stata incaricata di avviare un'indagine, e, a seguito di una prima indagine preliminare, ha rilevato molti dubbi sulla legittimità, in Europa, delle nuove norme e dei nuovi termini di Google, in quanto essi non rispetterebbero i requisiti della Direttiva europea sulla protezione dei dati (95/46/Ce), e ha quindi inviato una lettera a Google chiedendo di sospendere l'entrata in vigore delle nuove norme in attesa di avere dalla società di Mountain View dei chiarimenti, chiarimenti per ottenere i quali si manderà a metà marzo un questionario a Google. Da Google hanno risposto di essere disponibili ai chiarimenti, ma intanto hanno fatto entrare in vigore in Europa le nuove norme. In particolare la Cnil ha rilevato la complessità delle nuove norme e dei nuovi termini di Google, che rendono difficile una loro completa comprensione da parte dell'utente medio, e, inoltre, ha il timore che l'incrocio dei dati degli utenti raccolti dal loro utilizzo dei diversi servizi di Google comporti pratiche e obiettivi illegittimi. A questo proposito Google ha risposto ricordando la sua adesione all'iniziativa voluta dalla Casa Bianca perché i grandi produttori di browser mettano un bottone visibile sulle loro pagine con la scritta "Do Not Track", "Non Tracciare" in italiano, per consentire agli utenti di limitare la raccolta di proprie informazioni durante le loro navigazioni online; bisognerà vedere poi se gli utenti che cliccheranno su quel bottone avranno la possibilità di fruire di tutti i contenuti e di tutti i servizi di cui fruiscono tutti gli altri utenti. Sulle nuove norme per la privacy e i nuovi termini di servizio di Google ha espresso le sue perplessità anche l'Autorità garante per la privacy italiana, che ha parlato di informativa troppo generica ed elusiva. E intanto, proprio dal nostro Paese, è arrivato Iubenda, un sito dove è possibile creare, in pochi minuti, una privacy policy per il proprio sito semplice, di comprensione immediata e rispettosa delle normative europee.

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